Chiesa Santa Maria in Valtenesi (Frazione Pieve) - San Rocco
Conosciuta come “Pieve Vecchia” ed intitolata a “S. Maria di Tenesi ”è la Chiesa Madre di tutte le Chiese e Cappelle di tutta la Valtenesi.
La sua prima fondazione con annesso fonte battesimale risale all’epoca paleocristiana. Già nel medioevo è documentata la piena funzionalità.
La dedicazione a Santa Maria e la leggenda legata al pievano Ermoaldo, che per dimostrare la sua santità, camminò sulle acque del lago, colloca la sua origine intorno al VII secolo.
La Pieve fu chiesa parrocchiale fino alla metà del Settecento quando rischiò di essere demolita per contribuire con le sue pietre alla costruzione della nuova parrocchiale di S. Maria Assunta di Solarolo, l'odierna Parrocchia.
A questa nuova chiesa l’Antica Pieve passò la dedicazione alla Madonna, ma anche la preziosa statua lignea della Vergine, risalente al XV secolo. L’attuale struttura, databile attorno all’ XI-XII secolo è dedicata a S. Rocco e aperta al culto in occasione della festa di S. Rocco e durante la stagione estiva per i turisti. L'edificio ha una struttura a tre navate, divise in archi a tutto sesto, che si chiudono in tre absidi, la centrale più grande è semicircolare, divisa in cinque spicchi da lesene, ognuno coronato da una coppia di archetti.
La facciata è articolata in un volume principale, corrispondente alla navata centrale e nei corpi delle navate laterali, più basse e leggermente arretrate.
La chiesa ha subito alcuni interventi di restauro nel Cinquecento ed in quell'occasione venne eretta la torre campanaria staccata dall'edificio e posta di fronte alla facciata. All'interno si conservano alcuni frammenti di affreschi risalenti al XIV-XV e altari in muratura e legno dedicati a S. Antonio, al SS.mo Sacramento, a S. Rocco, al Corpus Domini, a S. Stefano e S. Giacomo, molti dei quali offerti dalla comunità o da famiglie ricche; gli altari più moderni sono del 1700, dedicati alla Pietà e alla Madonna del Rosario.
Chiesa della SS. Trinità Frazione di Solarolo
La Chiesa della SS. Trinità si trova vicino al cimitero di Manerba ed appartiene alla Comunità di Solarolo.
Le prime notizie su questo edificio risalgono alla visita pastorale del vescovo Giberti nel 1530, ma la sua costruzione deve risalire ad alcuni anni prima, come fa presumere l’iscrizione in un frammento di affresco poco conservato: Manerba 1514.
La facciata romanica è semplice, a capanna con rosone centrale in cotto e con il portale ad arco leggermente acuto e sul lato settentrionale sono aperte due absidi semicircolari.
L'interno, a impostazione longitudinale, è costituito da un unica navata scandita in tre campate da due archi a tutto sesto che termina in un presbiterio quadrangolare con volta a crociera, affiancato dal corpo del campanile.
La Chiesa della Santissima Trinità è decorata con affreschi attribuiti ad un pittore sconosciuto a cui si fa riferimenti come il “Maestro di Solarolo” operante nelle varie chiese della zona tra metà del XV e i primi del XVI secolo.
Alle pareti della cappella di sinistra, sono rappresentate alcune scene della vita di Cristo, mentre nella calotta è raffigurato il Giudizio Universale.
Purtroppo la figura del Cristo al centro è andata distrutta, ma restano ben visibili le anime buone vestite e le anime dei dannati, nude.
Incorniciato da strutture architettoniche classicheggianti, da ricordare, infine, l’affresco della Natività, dove lo spazio è delimitato a fare da sfondo ai personaggi con i tratti del viso marcati e quasi realistici.
Nel XVIII secolo in occasione costruzione della nuova Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta a Solarolo, la SS. Trinità rischiò di essere demolita per utilizzarne le pietre ed altro materiale per il nuovo edificio. La chiesa, piuttosto complessa per evidenti stratificazioni e interventi conservativi, rimase abbandonata per circa una secolo fino alla costruzione del nuovo cimitero di cui è diventata la cappella.